Post

Visualizzazione dei post da marzo, 2025

In montagna con Ludwig Hohl

Immagine
a Flora e Marco Chi ama la montagna, chi ne è pratico, non può non leggere questo racconto di montagna “archetipico”, che va all’essenziale. La lettura del racconto fa rivivere le varie fasi di una salita in montagna: i preparativi, la partenza, il cambiamento del paesaggio man mano che si sale, il cambiamento degli stati d’animo degli alpinisti, il cambiamento delle condizioni meteorologiche, gli imprevisti… Tutto viene rappresentato in maniera estremamente accurata e precisa, con una lingua ricca e nitida, nervosa e attenta, ottimamente resa dal traduttore Umberto Gandini: nessun dettaglio viene lasciato al caso – tranne ciò che non viene narrato, perché non può essere descritto né narrato. Come insegna il filosofo Wittgenstein, “di ciò di cui non si può parlare, si deve tacere”, ed è esattamente quanto fa qui Hohl. Parla di montagna, del suo fascino sublime e inquietante, con parole che solo un grande scrittore innamorato della montagna (e della scrittura) sa trovare; parla di ...

La voce delle donne - 3

Immagine
  Se passiamo all’attualità, tra le recenti vicende di cronaca un esempio per me scandaloso di “distorsione” del giudizio e di “silenziamento” della voce delle donne è quello che si potrebbe chiamare “l’affare ME TOO”. Com'è noto, ME TOO è l’hashtag che contraddistingue un movimento di opinione nato con il caso Harvey Weinstein, il famoso produttore cinematografico americano accusato di aggressioni sessuali - dalle molestie alla violenza - in due articoli comparsi ai primi di ottobre del 2017 sul  New York Times  e sul  New Yorker . In seguito a questi articoli, molte altre attrici hollywoodiane hanno accusato Weinstein di fatti simili, che duravano addirittura da trent’anni, ma su cui si era sempre preferito sorvolare : tra queste Asia Argento, Angelina Jolie, Gwyneth Paltrow, per citare solo le più famose. Weinstein naturalmente smentisce di avere avuto delle relazioni sessuali con donne non consenzienti, ma lo scandalo scoppia, la casa produttrice cinematografica...

La voce delle donne - 2

Immagine
Partirei, ancora una volta, dall’antica Grecia, per la precisione da due tragedie imperniate intorno a figure femminili: l’ Antigone  di Sofocle e l’ Andromaca  di Euripide. Non è il caso di ricordare la fondamentale importanza di questo genere letterario per la cultura e l’immaginario della nostra civiltà, e questo perché – come insegna Nietzsche – nella tragedia greca antica erano compresenti l’elemento apollineo (la razionalità, la compostezza formale, la misura) e l’elemento dionisiaco (che è ebbrezza, estasi, follia) e quindi parlava sia alla mente che al cuore dello spettatore, riproponendo un episodio perlopiù del mito già ben noto a tutti, ma con un’interpretazione, un taglio, un “montaggio” nuovo. Il mito era così agganciato all’attualità,  all’epoca in cui l’opera veniva rappresentata, ma le tematiche affrontate – che so, la concordia tra i cittadini, la libertà di parola, il discorso sul potere, la condizione dell’esule e della donna, la supremazia della legge ...

La voce delle donne -1

Immagine
L’idea per queste considerazioni mi è venuta dalla lettura di un libro,   Donne e potere   di Mary Beard, edito da Mondadori a febbraio 2018 nella traduzione di Carla Lazzari, o meglio dal suo sottotitolo: «Per troppo tempo le donne sono state messe a tacere». La Beard, professoressa di Antichità Classiche   a Cambridge (UK), rielabora per questo libro il testo di due conferenze da lei tenute nel 2014 e nel 2017:   La voce pubblica delle donne  e   Donne e potere . Ne risulta un testo di facile lettura, molto discorsivo e chiaro, data la sua origine “orale”: la tesi è che, da sempre, la voce femminile è stata negata, svilita, derisa, temuta e quindi ridotta al silenzio, o confinata in ambiti ben precisi e ristretti, che è la stessa cosa –  come se l’unica voce degna di essere ascoltata su temi di pubblico interesse, l’unica capace di produrre un vero discorso “sensato” fosse “naturalmente” quella maschile… Nel primo contributo la Beard parte dal primo ...

Danzando a ritroso nel tempo

Immagine
Una danza a ritroso nel tempo non è soltanto il mio percorso di scoperta dei CD dei  Lou Dalfin , partito dall’ultimo uscito ( La meison , 2023), e approdato adesso a  L’òste del diau  (“L’osteria del diavolo”, 2004), ma il percorso stesso di Sergio Berardo alla riscoperta e valorizzazione della cultura occitana, nella convinzione che guardarsi indietro serva a vivere meglio. «Guardati indietro se vuoi vivere meglio» è infatti il consiglio con cui si chiude  Rigo-ragga , un invito a non rimanere sdraiati sul sofà davanti al televisore, ma a fare festa ballando e cantando una musica «vecchia che suona bene oggi»: è il rigodòn, danza «gioiosa, elettrica», «musica scatenata, che nasce dalla terra», eletta qui a danza-simbolo dell’Occitania, nonché emblema di tutta la musica dei  Lou Dalfin  – una musica che ha radici antiche e sguardo puntato criticamente sul presente, come il  reggae . Il titolo del pezzo,  Rigo-ragga ,   diventa così una sinte...