Il giovane Montale e la magia della poesia
Si aprano a caso gli Ossi di seppia di Eugenio Montale, nel centenario della pubblicazione della prima edizione presso l’editore Gobetti di Torino, e si ripeta tre volte tale operazione; si leggano e si rileggano accuratamente i tre testi così “emersi”: Quasi una fantasia, Il canneto rispunta i suoi cimelli, Casa sul mare : dal dialogo che i tre testi intrecceranno fra di loro, dai richiami e dai rimandi reciproci si sprigionerà come per incantesimo tutta la magia della (sua) poesia. È il primo testo, Quasi una fantasia , a evocare “un giorno di incantesimo” e a definire il poeta un “incosciente mago” gravido “da gran tempo” di una “forza” misteriosa, quella della poesia. Costruita come una “fantasia” musicale, la lirica, che appartiene alla prima sezione della raccolta, si apre con un preludio che enuncia un “presentimento” legato a un silenzio anomalo (vv.7-9), condizione indispensabile per l’epifania di una realtà altra, da cui sgorga la poesia. Le t...