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Visualizzazione dei post da novembre, 2023

Un uomo, una donna, una montagna

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  Non si deve imparare a scrivere ma a  vedere . Scrivere è una conseguenza. (Antoine de Saint-Exupéry) La prima cosa che colpisce dell’ultimo romanzo di  Silvano Gregoli,  Montagne immaginarie. Leggenda cosmica  (BBEuropa edizioni 2021) è lo Sguardo, la forza e l’originalità dello sguardo posato sugli uomini e sulle cose. Sguardo indagatore, inquisitore, mosso come quello del protagonista da “una passione tenebrosa che lo attirava verso la faccia nascosta della natura, la faccia nascosta delle montagne, la faccia nascosta degli uomini…”. Sguardo analitico, attento ai minimi dettagli, proteso ad abbracciare il Tutto, l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, il vicinissimo e il lontanissimo, perché  homo sum, (Universi) nihil a me alienum puto . Solo l’inesauribile tensione alla conoscenza rende l’uomo Uomo, giustifica la sua presenza nel mondo, dà senso al nonsenso dell’esistere. Ma, nonostante l’ammiccamento iniziale al Faust di Goethe, la tension...

Xeno, il romanzo che non ti aspetti

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  La contrapposizione, l’incomunicabilità tra la cultura umanistica e scientifica che lamentava Charles Snow, nel suo celebre   Le due culture,   è completamente superata in questo romanzo  (fanta)scientifico. E geografico. E apocalittico. E poetico. La radice prima della sua originalità – che lo rende difficilmente classificabile – è proprio nella formazione scientifica dell’autore, un fisico teorico con la passione della scrittura, della montagna, di Leopardi. Un fisico non può che scrivere da scienziato: perciò il romanzo ha la struttura cristallina di un saggio, con capitoli e sottocapitoli dotati di titoli, che prendono per mano il lettore e lo aiutano a orientarsi nello spazio della storia. E di spazio ce n’è tanto, in questo romanzo “geografico” e “mondializzato”, i cui due protagonisti umani, veri cittadini del mondo, si spostano dall’Italia e dall’Irlanda agli USA e alle pendici dell’Everest, dove li porta il loro destino di ricercatori – ma alla fine ritorn...

Fantastiche Alpi Liguri!

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Non è facile recensire un libro di racconti, ciascuno dei quali meriterebbe un’analisi a sé stante perché ciascuno è un capolavoro di originalità, leggerezza e lavoro di cesello: si vedano a titolo d’esempio i due pubblicati su “Margutte”,   Visioni lunari  e   I nani di Norea . Ma una recensione articolata in quindici capitoli (tanti quanti sono i racconti del libro  Alpi Liguri primo amore  di Silvano Gregoli) diventerebbe essa stessa un libro – il che sarebbe francamente eccessivo, sarebbe far torto all’equilibrio e alla compattezza dell’opera, che contempera armoniosamente varietà e unità, offrendosi a diverse modalità di lettura. Si può ridere di fronte a una situazione tragicomica come quella della  Slitta-barella  o essere interessati alla ricostruzione della  Storia di Artesina  o dell’incidente diplomatico sfiorato in  Venti di guerra a Sambuco ; chi ama le montagne e conosce quelle monregalesi e cuneesi protagoniste di questi r...

E Mondovì è sempre laggiù

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Sono passati trent’anni, da quando è uscito a Mondovì, per le edizioni “Il Belvedere”, il primo libro di racconti del fisico italo-belga Silvano Gregoli:  E laggiù, Mondovì . Nell’introduzione, l’autore rivela di essersi fatto scrittore per non dimenticare l’eclisse del 15 febbraio 1961, che aveva osservato dalla cima di una delle montagne intorno a Mondovì:  infatti, per rendere comprensibile quell’eclisse vista dalla Trucca agli amici belgi di trent’anni dopo, ha dovuto ‘contestualizzarla’ con le storie di via Ripe, dove ha vissuto bambino, e con altre storie di montagna. «E così la storia che avrebbe dovuto essere la prima e l’unica è stata amalgamata in un insieme di storie più vasto, dove le storie belghe, che ho scritte per prime, appaiono invece per ultime, in ossequio puramente formale a una certa cronologia che penso non irriti nessuno». Il libro però non è una semplice raccolta di racconti disposti in ordine cronologico, ma ha una struttura quasi saggistica: è inf...