Un uomo, una donna, una montagna
Non si deve imparare a scrivere ma a vedere . Scrivere è una conseguenza. (Antoine de Saint-Exupéry) La prima cosa che colpisce dell’ultimo romanzo di Silvano Gregoli, Montagne immaginarie. Leggenda cosmica (BBEuropa edizioni 2021) è lo Sguardo, la forza e l’originalità dello sguardo posato sugli uomini e sulle cose. Sguardo indagatore, inquisitore, mosso come quello del protagonista da “una passione tenebrosa che lo attirava verso la faccia nascosta della natura, la faccia nascosta delle montagne, la faccia nascosta degli uomini…”. Sguardo analitico, attento ai minimi dettagli, proteso ad abbracciare il Tutto, l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, il vicinissimo e il lontanissimo, perché homo sum, (Universi) nihil a me alienum puto . Solo l’inesauribile tensione alla conoscenza rende l’uomo Uomo, giustifica la sua presenza nel mondo, dà senso al nonsenso dell’esistere. Ma, nonostante l’ammiccamento iniziale al Faust di Goethe, la tension...