“Così fan tutte”, o il trionfo del riso e del salutare disinganno
Chissà se Mozart, e ancor più Da Ponte, si erano resi conto della portata rivoluzionaria, per non dire eversiva, del loro “dramma giocoso” Così fan tutte ? Un’opera che ancora oggi, più che divertire, turba e disturba, tanto è spiazzante, paradossale, assurda la sua trama: figurarsi nel 1790, quando fu rappresentata per la prima volta al Burgtheater in Vienna, il 26 gennaio, diretta da Mozart stesso… a meno di pensare che, a fine ’700, la concezione dell’amore e del rapporto tra i sessi fosse più aperta di quanto non lo sia oggi, dopo la “lezione” romantica sull’amore innalzato a unica ragione di vita, unico criterio di valore, e che il pubblico settecentesco cogliesse di quest’opera l’aspetto “giocoso” – letterario, teatrale e musicale – molto più che quello drammatico (psicologico e sociale). Da Ponte nel suo libretto si è infatti divertito a parodiare un codice letterario, quello della lirica petrarchistica, che da Bembo a Metastasio era diventato un vero e proprio vocabolario ...