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Visualizzazione dei post da settembre, 2023

Il nero fiorire d'aprile

Immagine
In italiano o in dialetto, la poesia di Remigio Bertolino è sempre intessuta di immagini potenti, solide, concrete: le “lune d’ambra”, i “cieli di ametista”, “l’acciarino di luce”, i “funamboli del tempo”, i “girotondi di péste”, le “ribeche di speranza”, il “narciso di luce”… Ogni lirica pullula di immagini in un crescendo di intensità e bellezza, immagini che attingono prevalentemente dai campi semantici della natura, dei minerali, degli oggetti umili e acquisiscono subito l’assolutezza dell’emblema. Si direbbe che le parole in Bertolino si attraggano spontaneamente in combinazioni imprevedibili, sorprendenti ma in qualche modo “naturali”: in questo modo si aprono senza sforzi e distorsioni a un significato ulteriore, al di fuori delle convenzioni linguistiche ma non della realtà delle cose, che anzi svelano scandagliando abissi altrimenti indicibili. Il poeta è un ipersensibile sismografo, che coglie tutta l’irreparabilità del terremoto da cui siamo stati travolti e la denuncia ...