Il mio '68
Avevo solo quindici anni quell’anno, e abitavo “alla periferia dell’impero”, in una sonnolenta cittadina di una sonnolenta provincia dell’Italia nord-occidentale, appena lambita dalle ondate della contestazione giovanile che saliva come una marea a sommergere istituzioni, costumi, tradizioni. Più che partecipare attivamente al movimento sessantottesco, l’ho guardato da lontano e… ne ho goduto i frutti. E per “frutti” non intendo i cambiamenti “materiali” che hanno immediatamente investito la scuola, come l’abolizione dell’esame tra la V ginnasio e la I liceo, la riforma dell’esame di Maturità, l’abolizione delle limitazioni di accesso all’università, ma la nuova “aria” che si respirava a scuola, in famiglia, all’università. Il venir meno dell’autoritarismo un po’ sadico nei rapporti tra adolescenti e adulti, della pretesa di un’obbedienza cieca e assoluta, dell’ ipse dixit , e un maggior rispetto per le opinioni, le esigenze, la voce dei giovani, e in particolare delle giovani. Bisogna...