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Visualizzazione dei post da febbraio, 2025

La musica e la storia

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Dopo la dimensione fantastica e visionaria del   Cavalier faidit ,   Musica endemica,  il penultimo CD dei   Lou Dalfin , si cala invece nella storia (e nella cronaca) dell’Occitania: per questo, il libretto che contiene le parole delle canzoni – come sempre in occitano, italiano e francese – si  apre con un’introduzione che spiega i riferimenti storici dei testi stessi ed esplicita le coordinate e gli obiettivi del lavoro dei   Lou Dalfin : definire “meglio di tanti studi antropologici e linguistici l’essenza e la natura della cultura d’oc”. E sottolineare ancora di più il legame tra questa musica e la gente occitana: l’aggettivo “endemica” del titolo contiene infatti la parola “popolo” ( démos , in greco) ed è una rivendicazione d’appartenenza, al tempo stesso orgogliosa e umile, perché non esclude chi per nascita non è occitano, ma include chiunque si accosti a questa musica, si metta in questa prospettiva. L’Occitania rivissuta da Sergio Berardo e dai ...

Visioni in musica

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Cavalier faidit   (“cavaliere esiliato, bandito”), il terzultimo CD dei   Lou Dalfin , a prima vista appare come un CD “psichedelico”, ossia visionario e fantastico nel senso tecnico del termine: dal pavé musicale di danze occitane reinventate dal genio artistico di Sergio Berardo sgorgano infatti a getto continuo, nel testo delle canzoni, personaggi  straordinari, favolosi – sirene e “uomini selvaggi”, cavalieri e pastori, corsari e passa-montagne, acciugai e poeti e suonatori… Non importa che siano attinti dal patrimonio folklorico o siano reali – l’autore li reinventa tutti, li trasfigura con la sua potenza visionaria e musicale per creare immagini memorabili (“la malinconia si fa danza / come acqua che diventa vino”, “la donna del re […] guarda persa / come un pesce in carpione”, “noi portiamo il mare sulla terra”, “la tua valle è una finestra spalancata su un universo”…), associate a ritmi icastici, altrettanto indimenticabili. La natura “fantastica” e visionaria di ...

La durata dei girasoli

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  C’è tutto un mondo dentro questo CD dei   Lou Dalfin , ormai “storico” per la band, ma da me appena scoperto nella sua poliedrica sonorità, nel suo spessore poetico, nella sua ricchezza di immagini, temi, ironia e profonda umanità. Sono 12 “canzoni a ballo” – bourrée  e corente, scottish e rigodon, circoli circassi e chapelloise, valzer e mazurche – sapientemente collegate da introduzioni strumentali e intercalate da 4 brani non cantati; così incastonati, i testi di Sergio Berardo (in occitano, con traduzione in italiano, francese e inglese) fanno la spola tra passato e presente annodando un intreccio che garantisce durata al primo e linfa vitale al secondo, purché si tenda all’autenticità. La prima canzone è un manifesto programmatico fin dal titolo:  Occitania e basta , dove “Occitania” significa una storia, una lingua, una musica millenaria, da custodire e difendere contro la “polvere dei giorni”, la stupidità e la mentalità mercantile dominante. Riprende questo...