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Visualizzazione dei post da luglio, 2024

Nel nome dei padri: "Nìvole da prim" di Remigio Bertolino

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  Ripeness is all   – sostiene Shakespeare – e maturità significa ritrovare o riconoscere i propri padri, confrontarsi col padre, come fa Remigio Bertolino in questa sua ultima raccolta,   Nìvole da prim, Nuvole di primavera , Interlinea edizioni, Novara 2019, che ne segna la piena maturità letteraria. I versi sono infatti affollati, oltre che di nuvole, di figure paterne, dai “padri” poetici, i trovatori provenzali – come Bertran de Born o Marcabru esplicitamente citati – al padre anagrafico, a cui è dedicata fin dal titolo la quarta delle cinque sezioni in cui è suddivisa l’opera, ma che è ben presente anche nella terza, eponima. Ed è di un padre anche la voce straziata che si rivolge al figlio morto nella prima sezione, il poemetto   Cenere e silenzi , mentre nella seconda,   Pastore , chi parla è un giovane pastore a contatto con la silente bellezza della montagna e la grazia delle nuvole “beate di luce”, che «posano la testa, quiete, / su cuscini di silenzi...

Nel nome dei Bach

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Come in letteratura, anche in musica il confronto fra autori “minori” e “maggiori” permette di comprendere meglio le ragioni della grandezza, e di riuscire almeno a intravedere in che cosa consista il valore artistico, se non altro per differenza: sia in letteratura che in musica, infatti, i “mattoni” con cui si costruisce un capolavoro sono gli stessi che vengono impiegati per componimenti gradevoli ma non particolarmente originali, e non destinati a durare nel tempo. È quanto è stato reso possibile dal programma del concerto  Dinastie musicali  tenutosi sabato 4 maggio a Mondovì Piazza nell’ambito della stagione “Mondovì musica”: un programma molto interessante, che proponeva dapprima l’Ouverture n.2 in sol maggiore di un cugino più anziano di Johann Sebastian, Johann Bernhard Bach, la sinfonia in fa maggiore F67 di Wilhelm Friedemann, figlio maggiore del Bach “maggiore”, e il concerto in fa minore per clavicembalo di Jiří Antonín Benda, un giovane musicista boemo molto ammi...

I "Quarantena" e la quarantena (per non dimenticare il 2020...)

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  C’è un gruppo punk-rock monregalese che è sulla cresta dell’onda, di questi tempi:   i   QUARANTENA. Quando sono nati, nel 2005,   la   quarantena era di là da venire, una cosa neppure immaginabile se non per quei pochi viaggiatori provenienti da paesi lontani infestati da qualche innominabile, contagiosissimo morbo: c’era solo la passione per il punk-rock che univa quattro ragazzi monregalesi, come molla per andare “oltre” l’angolo di provincia dove vivevano. «Noi pensavamo ovviamente ad una quarantena figurata, una sorta di isolamento – spiega Marco Giraudo, in arte “Giro”, cantante della band – . Lo facevamo pensando soprattutto alla nostra provincia, spesso tagliata fuori da quelli che sono i “centri” culturali, e nel nostro caso musicali della penisola. In particolare, parlando di punk-rock, la Granda non è mai stata così florida. Se non nel periodo che ha preceduto la nostra nascita (penso a gruppi come Nastro Isolante o Insolito Medio), che di sicuro ha...

Gulliver e i Lillipuziani

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Ho letto il romanzo di Swift in un’edizione ridotta, per bambini, quand’ero bambina, e ne ricordo in particolare un’illustrazione: raffigurava un uomo vestito alla moda del Settecento, sdraiato a terra, su cui si arrampicavano, grazie a una ragnatela di corde, tanti piccolissimi omini. I Lillipuziani non vogliono far del male a Gulliver, sono solo curiosi, curiosissimi, perché non hanno mai visto un gigante come lui e vogliono cercare di capire com’è fatto, qual è il suo segreto: ne hanno anche un po’ paura, grosso com’è potrebbe schiacciarli come formiche, senza neanche accorgersene. Così l’hanno prima avvolto in mille cordicelle, e poi gli sono saliti sopra con i loro attrezzi – lenti d’ingrandimento, aghi, martelli, strumenti di misura di vario tipo – e hanno cominciato a esplorarlo come se fosse una terra incognita. Non parlano la sua lingua, né lui la loro, ma non se ne preoccupano minimamente – né gli passa per l’anticamera del cervello che il loro tramestio sul suo corpo possa d...

Kleine Fabel - Piccola favola

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  »Ach«, sagte die Maus, »die Welt wird enger mit jedem Tag. Zuerst war sie so breit, daß ich Angst hatte, ich lief weiter und war glücklich, daß ich endlich rechts und links in der Ferne Mauern sah, aber diese langen Mauern eilen so schnell aufeinander zu, daß ich schon im letzten Zimmer bin, und dort im Winkel steht die Falle, in die ich laufe.« - »Du mußt nur die Laufrichtung ändern«, sagte die Katze und fraß sie. Franz Kafka «Ah – disse il Topo – ogni giorno il mondo diventa più stretto. Sulle prime era così ampio da farmi paura, continuavo a correre e fui contento di vedere finalmente, a destra e a sinistra, in lontananza, dei muri, ma questi lunghi muri si affrettano così velocemente uno verso l’altro, che io sono già nell’ultima stanza, e là nell’angolo si trova la trappola dentro la quale corro.» «Tu devi soltanto cambiare la direzione della corsa», disse il Gatto e lo divorò. (traduzione di Gabriella Mongardi, novembre 2020)